lunedì 27 gennaio 2014

RIVOLUZIONE, NON SINISTRA





La sinistra dice: le rivoluzioni falliscono sempre. Noi diciamo: ciò non impedisce il divenire rivoluzionario.

1. L’avvenire della sinistra non è il nostro avvenire. Così come quello del Pd, di Vendola, di Matteo Renzi, di Berlusconi, di Tsipras o di Grillo non è il nostro. C’è una confusione che fa soffrire, tra chi parla dell’avvenire di riforme o di rivoluzioni, come fa la politica, e il divenire di ciascuno. Non sono mai stati la stessa cosa e tuttavia – ieri e come oggi – la politica si fonda sulla confusione tra questi piani. Da un lato, c’è chi sempre parla di un futuro generico che riguarda tutti. Dall’altro lato, c’è sempre chi cerca in questo racconto di trovare uno spazio per sé. Mai che si parli di un divenire a partire da sé, si parla solo di quale spazio trovare all’interno di una casa già arredata. Il singolo deve trovare la forma per adattarsi ai concetti esistenti.

2. La sinistra è un concetto che rimanda ad un’idea di futuro e di giustizia sociale per tutti. Questa è tuttavia solo l’origine del concetto. Poi c’è la realtà storica. Quando oggi si parla di sinistra, si parla di una storia di fallimenti. Chi tiene a questa idea, “sinistra”, rileva il punto di vista dello storico malinconico: tutte le rivoluzioni sono destinate a fallire. Quella americana, francese, sovietica, e poi i movimenti. C’è un aspetto autoconsolatorio nel parlare di “sinistra”, nell’appartenere a questo campo dello spirito, nemmeno più elettorale: tutte le rivoluzioni sono destinate a fallire. Sinistra è la strada che mostra il cinismo dell’“uomo” del Dopo storia. Lì dove finiscono le potenzialità del presente, ecco nascere un discorso sulla sinistra che evoca un “mondo nuovo”, una discontinuità, un’alternativa oltre la gabbia del presente.

Roberto Ciccarelli

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1. L’avvenire della sinistra non è il nostro avvenire. Così come quello del Pd, di Vendola, di Matteo Renzi, di Berlusconi, di Tsipras o di Grillo non è il nostro. C’è una confusione che fa soffrire, tra chi parla dell’avvenire di riforme o di rivoluzioni, come fa la politica, e il divenire di ciascuno. Non sono mai stati la stessa cosa e tuttavia – ieri e come oggi – la politica si fonda sulla confusione tra questi piani. Da un lato, c’è chi sempre parla di un futuro generico che riguarda tutti. Dall’altro lato, c’è sempre chi cerca in questo racconto di trovare uno spazio per sé. Mai che si parli di un divenire a partire da sé, si parla solo di quale spazio trovare all’interno di una casa già arredata. Il singolo deve trovare la forma per adattarsi ai concetti esistenti.
2. La sinistra è un concetto che rimanda ad un’idea di futuro e di giustizia sociale per tutti. Questa è tuttavia solo l’origine del concetto. Poi c’è la realtà storica. Quando oggi si parla di sinistra, si parla di una storia di fallimenti. Chi tiene a questa idea, “sinistra”, rileva il punto di vista dello storico malinconico: tutte le rivoluzioni sono destinate a fallire. Quella americana, francese, sovietica, e poi i movimenti. C’è un aspetto autoconsolatorio nel parlare di “sinistra”, nell’appartenere a questo campo dello spirito, nemmeno più elettorale: tutte le rivoluzioni sono destinate a fallire. Sinistra è la strada che mostra il cinismo dell’“uomo” del Dopo storia. Lì dove finiscono le potenzialità del presente, ecco nascere un discorso sulla sinistra che evoca un “mondo nuovo”, una discontinuità, un’alternativa oltre la gabbia del presente.
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L’avvenire della sinistra non è il nostro avvenire. Così come quello del Pd, di Vendola, di Matteo Renzi, di Berlusconi, di Tsipras o di Grillo non è il nostro. C’è una confusione che fa soffrire, tra chi parla dell’avvenire di riforme o di rivoluzioni, come fa la politica, e il divenire di ciascuno. Non sono mai stati la stessa cosa e tuttavia – ieri e come oggi – la politica si fonda sulla confusione tra questi piani. Da un lato, c’è chi sempre parla di un futuro generico che riguarda tutti. Dall’altro lato, c’è sempre chi cerca in questo racconto di trovare uno spazio per sé. Mai che si parli di un divenire a partire da sé, si parla solo di quale spazio trovare all’interno di una casa già arredata. Il singolo deve trovare la forma per adattarsi ai concetti esistenti.
2. La sinistra è un concetto che rimanda ad un’idea di futuro e di giustizia sociale per tutti. Questa è tuttavia solo l’origine del concetto. Poi c’è la realtà storica. Quando oggi si parla di sinistra, si parla di una storia di fallimenti. Chi tiene a questa idea, “sinistra”, rileva il punto di vista dello storico malinconico: tutte le rivoluzioni sono destinate a fallire. Quella americana, francese, sovietica, e poi i movimenti. C’è un aspetto autoconsolatorio nel parlare di “sinistra”, nell’appartenere a questo campo dello spirito, nemmeno più elettorale: tutte le rivoluzioni sono destinate a fallire. Sinistra è la strada che mostra il cinismo dell’“uomo” del Dopo storia. Lì dove finiscono le potenzialità del presente, ecco nascere un discorso sulla sinistra che evoca un “mondo nuovo”, una discontinuità, un’alternativa oltre la gabbia del presente.
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